Sul finire dell‘Ottocento il gusto romantico riporta in ambito europeo la rappresentazione della Natività con caratteristiche proprie dell‘Oriente.
Le palme rimandano al paesaggio tipico della Palestina e lo stesso le vesti, ostentatamente ricche per i Re Magi, umili e dimesse per i pastori.
Il miracolo che tutti si apprestano ad accogliere è la nascita di Cristo, l‘inizio di una nuova storia e il conseguente declino della cultura pagana, qui simboleggiato dalle rovine del tempio corinzio di cui non rimangono che poche colonne.
L‘intera scena è custodita in una campana di vetro, immagine della volta celeste: essa non isola ma protegge e risveglia al contempo un racconto lontano, un sogno dell‘infanzia che ora finalmente diventa realtà. La partecipazione è immediata, il miracolo si ripete e noi siamo chiamati a prenderne parte.